Stefano Rodotà: chi era? Cosa si sa della sua attività politica?
Tra i giuristi e politici impegnati nella politica italiana si può citare Stefano Rodotà. Ma cosa si sa della sua vita? A quali partiti era iscritto?
La sua biografia
Stefano Rodotà nacque a Cosenza il 30 maggio 1933, in un famiglia che sembra aver annoverato, in passato, intellettuali e religiosi della cultura albese. Tra di essi si può citare Pietro Pompilio Rodotà, autore di un’opera in tre volumi sull’origine e lo sviluppo del rito greco in Italia. Dopo il liceo classico lui si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza“, ed in seguito ottenne una borsa di studio per l’Università di Stanford, negli Stati Uniti.
A metà degli anni Settanta cominciò la sua attività politica, con l’iscrizione al Partito dei Radicali, e in seguito, nel 1979, venne eletto deputato come indipendente nelle liste del PCI, diventando membro della Commissione Affari Costituzionali. Nel 1989 aderì al Partito Democratico di Sinistra, del quale diventò il primo Presidente del Consiglio nazionale, ruolo che ricoprì fino al 1992. In questo anno, sostituì Oscar Luigi Scalfaro, presidente di allora, alla presidenza del Parlamento, e due anni dopo si diede all’insegnamento universitario. Tra il 1983 ed il 1994 fu anche membro dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, partecipando alla scrittura della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Della sua vita privata, si sa che suo fratello è un ingegnere e che dalla moglie Carla Pogliano ha avuto due figli, Antonio e Maria. Quest’ultima è una giornalista, come la madre, ed anche giurista, sposata in prime nozze con il collega Massimo Gramellini, ma dopo aver fatto coming out sposò in seconde nozze Tonia Mastrobuoni. Stefano Rodotà è morto dopo una breve malattia nel 2017 a Roma.
Frasi di Rodotà
Per conoscere il pensiero e la politica di Rodotà è possibile leggere i suoi libri, ma ci sono anche alcune sue frasi da ricordare, come:
- “I diritti civili spettano all’uomo come tale, non al solo cittadino”;
- “I diritti fondamentali si pongono a presidio della vita, che in nessuna sua manifestazione può essere attratta nel mondo delle merci”;
- “Se la politica trascura la condizione e le convinzioni di quelli che sono i destinatari delle sue decisioni, può accadere ed accade che una legge non risolva un conflitto, non lo chiuda, ma lo renda ancora più acuto”;
- “Un innegabile bisogno di diritti, e di diritto, si manifesta ovunque, sfida ogni forma di repressione, innerva la stessa politica”;
- “I valori devono vivere in spazi liberi e pubblici di confronto”;
- “I diritti parlano, sono lo specchio e la misura dell’ingiustizia, e uno strumento per combatterla”;
- “L’accesso alla conoscenza va garantito nella maniera più larga. Qui le grandi opportunità offerte dalla tecnologia, dalla creazione di quell’immenso spazio pubblico che è Internet, rappresentano una risorsa grande per la crescita della persona, e in relazione a ciò devono trovare la loro misura”.