Qual è la situazione del sistema pensionistico italiano?
Anche nel 2022, il sistema previdenziale italiano sembra mantenere un equilibrio, e si prevede che questa tendenza rimanga stabile almeno fino al 2040. Questa è la conclusione emersa dal decimo rapporto di Itinerari Previdenziali, un’organizzazione che da 15 anni si occupa di formazione e ricerca nel campo delle politiche fiscali ed economiche riguardanti i sistemi di protezione sociale. Il rapporto, intitolato “Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano – Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2021“, è stato reso pubblico lo scorso gennaio con l’obiettivo di fornire una fotografia accurata della situazione previdenziale italiana e capire a che punto ci troviamo in termini di pensioni, assistenza e politiche del lavoro. Il sistema attuale è sostenibile anche per gli anni a venire?
Le pensioni in Italia: i dati
Dopo una discrepanza tra il numero di pensionati e quello di occupati registrato nel 2020 – dovuta anche all’impatto della pandemia di COVID-19, il 2021 ha riportato un equilibrio sostenibile. Il numero di persone in età pensionabile è salito a oltre 16 milioni, mentre i lavoratori con regolare contratto sono aumentati a oltre 22 milioni (dato che è aumentato nel 2022, attestandosi intorno ai 23 milioni). Anche il tasso di occupazione è in aumento: oltre il 60% è stato raggiunto a giugno dell’anno scorso, dato che ha superato anche quello del periodo pre-pandemico.
Le prestazioni pensionistiche erogate nell’anno 2021 sono state oltre 22 milioni, circa 41.000 in più rispetto all’anno precedente.
Rapporto tra occupati e pensionati
Il rapporto tra occupati e pensionati, che attualmente si attesta a 1,4215, è un dato importante per il sistema previdenziale italiano. Tuttavia, non raggiunge ancora i numeri del 2019 e, purtroppo, si mantiene lontano dall’obiettivo di 1,5, che garantirebbe la stabilità dell’intero sistema a lungo termine.
È stato anche questo, probabilmente a contribuire alla diffusione dei piani pensionistici complementari e di altre forme previdenziali, creati proprio per affrontare le problematiche legate alla pensione, come l’instabilità del sistema e le basse somme percepite mensilmente. Secondo la COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), nel 2021 queste forme si sono stabilizzate intorno al +3,9%. L’argomento – sempre molto attuale anche in vista della riapertura del cantiere della riforma previdenziale da parte di Giorgia Meloni – è stato trattato da Itinerari Previdenziali in riferimento alla Legge di Stabilità 2023.
Quali sono le criticità del sistema pensionistico italiano?
Secondo il presidente dell’istituto di ricerca, Antonio Brambilla, la criticità del sistema risiede nell’equilibrio precario tra i due elementi sopra citati. Si prevede che la macchina possa funzionare in modo stabile almeno fino al 2040, quando gli ultimi nati tra il Dopoguerra e gli anni ’80, conosciuti come baby boomer, raggiungeranno l’età pensionabile. Tuttavia, sorge la domanda su cosa accadrà dopo quel periodo.
È evidente che il sistema pensionistico italiano dovrà affrontare diverse sfide nel prossimo futuro. L’invecchiamento della popolazione e il rapporto sempre più sbilanciato tra pensionati e occupati rappresentano un ostacolo significativo. È necessario trovare soluzioni a lungo termine per garantire la stabilità e la sostenibilità del sistema previdenziale.
Una delle possibili vie da seguire potrebbe essere l’adozione di politiche che favoriscano l’occupazione e l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Inoltre, potrebbero essere necessarie riforme strutturali per migliorare l’efficienza e l’equità del sistema pensionistico, ad esempio attraverso l’adeguamento dei criteri di accesso alle pensioni e l’introduzione di meccanismi di flessibilità.