Marijuana legale: novità in Italia nel 2019
La Cassazione lo ha confermato: vendere cannabis in Italia è assolutamente legale, purché questa non superi il livello dello 0,6 % di THC se coltivata, e lo 0,2% se commercializzata. Una conferma più che una novità per quanto concerne il mondo della marijuana legale, che fa ancora discutere politici e gente comune.
Ma cos’è in concreto la cannabis legale? Che differenza c’è con quella non a legge? Scopriamolo.
La cannabis legale: cos’è?
Per cannabis legale si intende un tipo di cannabis light con un principio attivo di THC più basso dello 0,2%. Lo ha definito una legge, precisamente la 242, del Ministero dell’Agricoltura, datata 2016. In altri termini, da circa tre anni, la cannabis non è più cosa illegale in Italia, ma si può coltivare e produrre tranquillamente, purché si rispetti la bassissima dose di principio attivo.
La Cassazione è oggi intervenuta per un altro aspetto: nella Legge 242 non è presente un riferimento specifico alla vendita della marijuana legale. Per questa ragione, molti negozi sono stati costretti a chiudere i battenti, gettando una vera e propria confusione tra i commercianti che pensavano di lavorare nel corretto.
Ecco che la Cassazione è intervenuta per specificare che non vi è alcun reato nella vendita e commercializzazione del prodotto, purché non abbia un THC superiore allo 0,2%.
Che differenza c’è tra marijuana legale e marijuana illegale?
Per quanto concerne la marijuana legale, parliamo, come detto, di un tipo di cannabis che non produce nessun effetto psicotropo. Al massimo può fornire momenti di relax, abbassamento degli stati ansiosi e tranquillità, ma non ci sono grossi effetti collaterali. Il motivo? Sempre il basso livello di principio attivo presente. Per questo viene spesso commercializzata anche dagli stessi tabaccai, negozi ben forniti o specifici in marijuana legale. Inoltre, è presente in maggior modo il CBD ovvero il cannabidiolo, riconosciuta come sostanza di rilassamento e calma.
Per quanto riguarda la marijuana illegale, si parla di un prodotto, invece, molto pericoloso e per questo vietato sia nella produzione che nella vendita. In questo caso, il THC oscilla tra il 5 e 8-9%, per questo non può essere coltivata in casa propria. Difatti, la marijuana illegale viene prodotta solitamente all’interno di stabilimenti chimici specializzati. Inoltre, viene venduta in farmacia per la produzione di alcuni farmaci o altri prodotti.
Di conseguenza, si parla di una cannabis altamente vietata dalla Legge per quanto concerne la coltivazione casalinga e non solo. Chi non rispetta questa normativa, tra l’altro, rischia dai due ai 6 anni di carcere.
Usi della cannabis legale
La pianta della cannabis legale può essere utilizzata per molteplici scopi. Invece è totalmente vietata per quanto concerne l’uso ricreativo.
Vediamo quali:
- I semi possono essere usati per la produzione di alimenti come pasta, pane, olio. Questo perché sono ricchi di proteine, hanno un sapore gradevole e favoriscono anche la digestione;
- Per la produzione di capi d’abbigliamento: le fibre della canapa, infatti, sono estremamente resistenti e possono esser utili per la produzione di vestiario;
- Per la creazione di creme o comunque prodotti che hanno a che fare con la cosmesi.
Uso ricreativo: perché no?
Sebbene la cannabis possa essere utilizzata per la produzione di diversi oggetti, prodotti e alimenti, rimane comunque vietato rigorosamente l’uso ricreativo. In altri termini, non si può usare come sostanza stupefacente da fumare, poiché sono le leggi a carattere sanitario tuttora a vietarlo.
Per tale ragione, chi desidera acquistarla per la creazione di prodotti o vestiario, può farlo in negozi appositi presenti in tutto il nostro Paese. Oppure può scegliere di acquistare la marijuana legale in Rete, su siti specializzati ma rigorosamente rispettosi delle normative italiane in vigore in merito.