La famosa casa editrice torinese Einaudi: quando è stata fondata? Che opere pubblica?
Giulio Einaudi editore è una casa editrice di fondazione torinese che ha fatto la storia editoriale italiana. Alla Einaudi si legano nomi come Cesare Pavese, Leone e Natalia Ginzburg, Elsa Morante, Italo Calvino ed Elio Vittorini.
Quando Giulio Einaudi, figlio del futuro Presidente della Repubblica Luigi, era ventunenne, nel 1933, a Torino, nasce la Einaudi come ditta individuale, con sede in Via Arcivescovado 7. Un’avventura intrapresa con amici del liceo classico “Massimo D’Azeglio”, allievi di Augusto Monti. Gli ideali alla base di questa realtà si fondano sull’impegno civile, politico, intellettuale e formativo. “È uno struzzo, quello di Einaudi, che non ha mai messo la testa sotto la sabbia”: la frase è di Norberto Bobbio. L’emblema dello struzzo è caratteristico delle edizioni Einaudi e il disegno del logo dei Tascabili è stato realizzato da Pablo Picasso. Dal carattere apertamente antifascista, l’impresa editoriale fu colpita dal regime: lo stesso proprietario Giulio Einaudi, nel 1935, fu arrestato, poi mandato al confino.
Nel 1934, Einaudi pubblica “La Riforma Sociale”, “La Rassegna Musicale” di Guido Maggiorino Gatti e “La Cultura”, sotto la direzione di Cesare Pavese. Altri nomi illustri hanno collaborato con la casa editrice: il giornalista e scrittore Giaime Pintor, ispirato dall’illuminismo e amante della letteratura tedesca, Elsa Morante, importante narratrice del secondo dopoguerra, Massimo Mila, musicologo e critico musicale, Norberto Bobbio, filosofo, giurista, storico e senatore, Elio Vittorini, traduttore, critico e curatore editoriale, fondatore de “Il Politecnico”; e ancora, Italo Calvino, scrittore fondamentale del secondo Novecento, e poi Natalia e Leone Ginzburg, che fu effettivamente il primo direttore editoriale della casa editrice. Di origine russa e proveniente da una famiglia ebraica, uno degli animatori della Resistenza a Roma, fu ucciso, in seguito alle torture subite, dai nazisti nel 1944, a Regina Coeli.
Storia e pubblicazioni dagli anni Quaranta a oggi
Negli anni Quaranta, Einaudi pubblica le opere di Antonio Gramsci e arricchisce la proposta saggistica, con un’apertura all’antropologia e alla psicanalisi. Diviene punto di riferimento per i classici e per la narrativa, con le collane “Coralli”, “Supercoralli” e “Millenni”. Dopo la scomparsa di Pavese (1950), la casa editrice, con Luciano Foà, promuove nuovi autori italiani, tra cui Giuseppe Fenoglio, Ottiero Ottieri, Graziella Romano, Mario Rigoni Stern e Leonardo Sciascia.
Gli anni Cinquanta sono caratterizzati da una grande attività editoriale. La casa editrice rinforza la sua immagine culturale sebbene, per far fronte alla realtà economica, si rivolgerà ai fondi privati, portando a un equilibrio finanziario non solido. Diventa Società per Azioni nel 1954. L’editoria assume sempre di più i caratteri dell’industria negli anni Sessanta e si comincia a dover fare i conti con il mercato e il pubblico in termini prettamente commerciali. Nel 1965, vedono la luce le collane “Nuovo Politecnico” e “La ricerca letteraria”; nel 1968 arriva la “Serie politica”; nel 1969, la collana Einaudi Letteratura, il cui catalogo annovera nomi come Samuel Beckett, Carlo Emilio Gadda, Umberto Saba, Walter Benjamin e il pittore, fotografo, regista e scenografo Luigi Veronesi con Fotogrammi e fotografie. Negli anni Settanta Einaudi estende il suo pubblico. Sono gli anni del bestseller La storia di Elsa Morante, delle collane “Gli struzzi” e “Centopagine” di Calvino. Arriva anche l’Enciclopedia in 15 volumi.
È sul bestseller che la casa editrice rivolge particolarmente la sua politica editoriale, negli anni Ottanta. Si tratta di un cambiamento di rotta rispetto al passato e non si mette più l’autore al centro. È un periodo in cui la casa editrice conosce una forte crisi d’identità (si può parlare di crisi già dagli anni Settanta). Il 1983 è un anno cruciale: la casa torinese festeggia il suo cinquantesimo, pubblica il catalogo storico e vede l’assegnazione del premio letterario Brancati, ma deve anche affrontare la crisi finanziaria. Nel 1994 viene acquistata dal Gruppo Mondadori. Nel 1999, Giulio Einaudi muore e Roberto Cerati conduce la casa editrice fino al 2013. Nel 2014 diventa presidente lo storico Walter Barberis.