Amnistia e indulto: le ultime notizie
Per il 2018 ci sono grandi novità in merito alla questione di amnistia e indulto, tali da vedere molti cambiamenti in vista.
Nonostante questo sembra che non ci saranno molti passi avanti nel primo periodo, ma le novità non mancano soprattutto sulla riforma dell’ordinamento penitenziario.
Le novità degli ultimi mesi
Il 22 dicembre del 2017 c’è stata una prima approvazione di alcuni decreti, valente dire che il Parlamento avrà 45 giorni di tempo per esprimere un parere positivo o negativo.
I punti fondamentali della riforma sono:
- ricorso al carcere ridotto con soluzioni alternative come il rieducamento dell’individuo per ottenere nuovamente una vita normale all’interno della società moderna;
- Tempi più brevi per la gestione delle pratiche con riduzione dei costi sostenuti e maggiore efficienza, soprattutto in termini tecnologici;
- Cercare di ridurre il sovraffollamento cercando di dare ai detenuti un reinserimento sociale e svolgendo lavori socialmente utili alla comunità;
- Dare maggiore valore alla Polizia Penitenziaria dando loro la possibilità di aumentare le proprie competenze.
La riforma vuole quindi effettuare un aggiornamento sull’ordinamento penitenziario cercando di modernizzare la precedente risalente al 1975.
Dopo molti anni di discussioni, l’istituzione degli Stati Generali sull’esecuzione della pena è riuscita a portare a termine il suo grande lavoro, voluto dal Ministro Orlando, che vede la partecipazione di ben 200 persone ( accademici, presidenti di associazioni – operatori dei penitenziari – diretti).
Queste proposte per il cambiamento della vita in carcere, stanno finalmente per varcare la soglia del Parlamento e dar luce a nuovi regolamenti, molto interessanti. A breve sarà possibile conoscere i contenuti di queste proposte e verificare quali di esse saranno accettate e confermate.
Da questo punto in poi, sarà sicuramente possibile dare nuova voce ad alcuni cambiamenti e miglioramenti in merito all’indulto e amnistia, seppur ancora molto lontani.
Inoltre, con il voto del 4 marzo, tutto potrebbe ancora cambiare a seconda di chi sarà il capo del governo e le sue priorità, ideologie e voglia di cambiamento.