Alzheimer: come riconoscerlo e quando è necessario il ricovero
La forma più comune di demenza è il morbo di Alzheimer, una malattia neurodegenerativa che comporta tra le varie conseguenze la perdita di memoria e la riduzione di una serie di capacità intellettuali. Nei suoi stati più gravi e avanzati interferisce con l’abilità di svolgere le normali attività quotidiane, rendendo indispensabile il supporto di personale sociosanitario specializzato.
Purtroppo, l’Alzheimer peggiora con il trascorrere del tempo, infatti si tratta di una patologia progressiva che causa un costante aggravamento dei sintomi di demenza. In questi casi è importante imparare a riconoscere l’Alzheimer, sapendo quali sono i segnali che possono avvisare dell’insorgere della malattia, un disturbo che in genere colpisce gli anziani ma può manifestarsi anche in età giovanile.
Una persona colpita da Alzheimer in uno stato avanzato necessita di assistenza professionale 24 ore su 24, un monitoraggio continuo che richiede inevitabilmente il ricovero presso una casa di cura specializzata. In Italia esistono diverse strutture in grado di accogliere i pazienti colpiti da Alzheimer, come le cliniche di Orpea Italia che si occupano di assistere gli anziani non autosufficienti e le persone affette dal morbo di Alzheimer attraverso appositi nuclei.
I sintomi da non sottovalutare riconducibili all’Alzheimer
Il morbo di Alzheimer può manifestarsi attraverso diversi tipi di sintomi, con alcuni segnali che rendono necessario svolgere alcuni esami di accertamento. È importante risaltare come tali sintomi possano essere del tutto soggettivi, ad ogni modo è indispensabile prestare attenzione a taluni cambiamenti in grado di agevolare una diagnosi precoce, un approccio di estrema rilevanza per la gestione di tale demenza.
Uno dei sintomi più frequenti è la perdita di memoria, una condizione che in genere persistente e tende a peggiorare nel corso del tempo. Soprattutto quando i vuoti di memoria sono inspiegabili è necessario un consulto medico, per valutare se tali manifestazioni possano essere riconducibili all’Alzheimer. Ciò vale specialmente per le persone che hanno superato l’età giovanile, considerando la maggiore possibilità di essere colpiti da tale malattia degenerativa con l’avanzare dell’età.
Un altro sintomo da non tralasciare è la difficoltà a svolgere le attività quotidiane comuni, azioni ritenute banali ed essenziali per la quotidianità come preparare un pasto o vestirsi. L’Alzheimer può manifestarsi anche attraverso problemi del linguaggio, sintomi che comportano una generale difficoltà della persona a realizzare anche semplici frasi, oppure portano il malato alla sostituzione di parole con altri termini completamente inappropriati per il contesto linguistico.
Altri campanelli d’allarme sono ad esempio la riduzione della capacità di giudizio, la sensazione di disorientamento spaziale e temporale, i cambiamenti dell’umore che avvengono in modo rapido e improvviso, oppure l’assenza di iniziativa e il disinteresse per qualsiasi tipo di attività lavorativa e ricreativa. In tali circostanze è opportuno il supporto medico specialistico, per valutare le condizioni della persona e capire se effettivamente questi segnali possano essere causati dal morbo di Alzheimer.
Come avviene la diagnosi dell’Alzheimer
Come segnalato dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità, l’unico metodo per la diagnosi dell’Alzheimer disponibile oggi è post mortem, infatti soltanto mediante l’autopsia e l’analisi delle placche amiloidi del tessuto cerebrale è possibile accertare con esattezza la demenza di Alzheimer. La diagnosi in vita, quindi, è particolarmente complessa e realizzata tramite una serie di test come tac cerebrali, esami clinici delle urine o del sangue, oppure test neuropsicologici specifici per valutare le abilità della persona.
Tali esami consentono di escludere cause che possono avere sintomi in comune con l’Alzheimer, identificando in modo probabile o possibile la presenza della demenza. La diagnosi precoce è essenziale per determinare subito delle terapie ad hoc, attraverso le quali mettere a punto dei trattamenti dedicati per i sintomi manifestati dalla persona colpita dal morbo di Alzheimer, pianificando un percorso di supporto volto alla gestione di questa difficile malattia neurologica.
Purtroppo non esistono terapie farmacologiche o cure definitive per l’Alzheimer, perciò al momento non è possibile far regredire la patologia ma appena contenerne i sintomi. Per questo, spesso nei primi momenti della malattia le famiglie optano per mantenere il parente in casa, fino a quando il ricovero presso strutture specializzate diventa l’unica soluzione percorribile, in quanto la persona richiede un monitoraggio continuo e un livello di assistenza professionale.