Data Referendum Costituzionale 2016: quando si vota e motivi, perché votare sì o no
Il 4 dicembre gli italiani saranno chiamati alle urne per approvare o respingere la riforma Boschi-Renzi. Oltre al Sì o al N0 del popolo e della classe politica, è nata una nuova questione in merito, ovvero l’esigenza di alcuni di rinviare il referedum a causa dell’ultimo terribile terremoto in Centro Italia.
La proposta è stata fatta dall’ex parlamentare Pierluigi Castagnetti e rilanciata da Alfano, trovando l’appoggio di numerosi onorevoli del Ncd e del partito democratico.
Renzi, però, ha bloccato sul nascere l’idea: non è previsto, dunque, nessun posticipo.
A dir la sua anche l’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida, che si è rivolto al Tribunale civile di Milano per chiedere di intervenire e annullare la legittimità del referendum, perchè, secondo lui, sottoporre gli elettori a diversi argomenti in un’ unica votazione sarebbe ingiusto e fuorviante.
Ma rivediamo insieme i punti salienti del referendum costituzionale e cosa si chiede agli italiani.
Referendum Costituzionale 2016: Tratti salienti
Il referendum costituzionale chiede agli elettori di approvare la riforma Boschi-Renzi che intende superare il bicameralismo paritario, ridurre il numero di parlamentari, contenere i costi delle istituzioni, sopprimere il CNEL e rivedere il Titolo V della II parte della Costituzione.
Il popolo italiano voterà Sì o No? Il 4 dicembre gli elettori dovranno prendere una posizione.
Il destino di Renzi sembra essere appeso ad un filo. Infatti, il premier nel corso di una conferenza del 2015, annunciò che in caso di vittoria del No, non solo si sarebbe dimesso da Presidente del Consiglio, ma avrebbe messo fine addirittura alla sua carriera politica.
Negli ultimi tempi, però, Renzi non ha parlato più di dimissioni esortando l’opinione pubblica a concentrarsi sul voto.
Sì o No al Referendum Costituzionale: come si esprimeranno gli italiani?
Lo scontro tra Sì e No incombe e coinvolge tutti.
A favore del Sì, si è schierato anche l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano spiegando che il bicameralismo e la minorità dell’esecutivo sono stati da sempre il punto debole del Repubblica.
Gli oppositori e i costituzionalisti hanno, invece, definito la riforma costituzionale uno stravolgimento incauto ed inutile della Costituzione, nonchè, della storia italiana.
Affermano, ancora, che creare un nuovo rapporto tra Stato e Regioni non risolverebbe nulla, anzi, porterebbe a nuovi e più importanti problemi.
L’unico punto, su cui sembrano essere tutti d’accordo è l’abolizione del CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, che da quando è stato creato, oltre 50 anni fa, non ha mai avuto voce in capitolo se non per qualche consultazione o disegno di legge mai stato preso in considerazione.