Pensioni 2020: tutto quello che devi sapere
Per poter richiedere la pensione sono necessari determinati requisiti legati tanto all’età anagrafica, quanto alla specifica storia professionale e alla propria esperienza in termini di versamento di contributi.
A ciò si aggiunga che spesso, con il passare degli anni e dei governi, il sistema pensionistico subisce piccole o grandi modifiche da dover tenere sempre sotto controllo, in modo da non rischiare di incappare in spiacevoli imprevisti al momento della richiesta.
Proprio a questo proposito, è già possibile constatare come le pensioni nel 2020 presenteranno anche alcune novità rispetto all’anno appena trascorso: cambiamenti che dovranno essere ben tenute a mente da tutti coloro che avranno la possibilità di andare in pensione nei prossimi anni
Prestazioni pensionistiche: caratteristiche e differenze
Iniziamo dai classici requisiti relativi a tutti i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (anche nota con l’acronimo AGO), all’INPS o ad altre forme sostitutive/esclusive. La cosiddetta pensione di vecchiaia vede tra i suoi requisiti i 67 anni di età e il versamento di almeno 20 anni di contributi.
Per quanto riguarda la pensione anticipata, le donne potranno richiederla solo dopo aver maturato 41 anni e 10 mesi di contributi, mentre agli uomini viene richiesto un anno in più.
Infine, la particolare pensione anticipata contributiva, pensata per i lavoratori che rientrano solo nel metodo contributivo, prevede la possibilità di andare in pensione a 64 anni (con 20 anni di contributi versati), ma solo nel caso in cui l’importo della pensione sia almeno 2,8 volte il valore dell’assegno sociale INPS (attualmente di circa 460 euro).
Forme di pensionamento anticipato: requisiti
Una forma di anticipo pensionistico che viene erogato dallo Stato è il cosiddetto APE sociale, pensato per alcune specifiche categorie professionali. Coloro che ne usufruiscono potranno andare in pensione a 63 anni di età anagrafica, a patto che abbiano maturato almeno 30 anni di contributi e, soprattutto, a patto che versino in una situazione di bisogno. Dunque possono usufruire di questa eventualità:
- Coloro che sono affetti da una disabilità;
- Persone che non hanno un impiego e che quindi non percepiscono una remunerazione;
- Chiunque abbia necessità di assistere un familiare;
- I lavoratori che si trovano a dover svolgere mansioni usuranti. In tal caso, sono richiesti 36 anni di contributi per poter usufruire di questa forma pensionistica.
Un’altra forma di pensionamento è Quota 100, una misura che prevede un mix inedito tra età anagrafica ed anzianità contributiva, per un totale di 100 anni: 62 di requisito anagrafico, 38 di requisito contributivo. A ciò si deve aggiungere che Quota 100 non permette di cumulare né forme di reddito da lavoro dipendente, né forme di reddito da lavoro autonomo.
Un’ulteriore via di accesso alla pensione anticipata è legata all’Opzione donna, disponibile per le lavoratrici dipendenti che abbiano raggiunto i 58 anni di età e per le lavoratrici autonome che abbiano raggiunto i 59 anni di età, a patto che, in entrambi i casi, risultino almeno 35 anni di contributi versati.
Esistono poi delle opzioni che permettono di usufruire sia di una riduzione del requisito contributivo che di un accesso anticipato alla pensione, come ad esempio quella a disposizione dei cosiddetti lavoratori precoci: in questo caso, parliamo di cittadini che, prima di compiere i 19 anni, abbiano svolto un impiego per la durata di almeno 12 mesi e rientrino in una delle quattro situazioni di bisogno già descritte precedentemente.
Ebbene, tutti i lavoratori precoci che rispettino i requisiti stabiliti possono richiedere la pensione a prescindere dall’effettiva età anagrafica, a patto che abbiano versato almeno 41 anni di contributi.