Pittori bolognesi del 500: chi sono i più famosi?
Siete curiosi di conoscere i pittori che hanno scritto la storia dell’arte ed in particolare della pittura bolognese, durante il periodo storico del 500? Allora siete nel posto che fa la vostro caso! Qui di seguito infatti troverete una breve ma esaustiva spiegazione di chi furono i più importanti pittori bolognesi del 500 e di quali elementi e novità caratterizzavano la loro pittura.
La pittura bolognese nel 500
Fu proprio a Bologna, che tra il XVI ed il XVII secolo, nacque la cosiddetta scuola bolognese, ovvero un movimento pittorico di spicco che prese piede in Italia, affermandosi come il principale, superando negli anni del 500 anche la pittura fiorentina. In questo movimento pittorico furono due i punti cardine che caratterizzarono la pittura: i movimenti artistici del classicismo e del naturalismo, che iniziarono ad allontanarsi dal manierismo toscano e romano, che risultava ormai troppo sofisticato. Inizialmente, questi due movimenti si svilupparono e si evolsero in maniera simbiotica; invece in un secondo momento il naturalismo, caratterizzato da una forte sensibilità nei confronti della concretezza e della vitalità della natura, si intrecciò profondamente con l’arte classica, per cui con l’amore tutto ciò che è antico, dando così origine ad una nuova forma pittorica che sarà protagonista durante tutto il 500. La frattura tra questa nuova forma pittorica e la pittura rinascimentale non si creò fin da subito in maniera evidente, fu piuttosto il risultato di un processo lento, che avvenne passo dopo passo e con molte incertezze, ma che portò ad un vero e proprio rinnovamento della concezione dell’arte pittorica.
I protagonisti della pittura bolognese del 500
I principali protagonisti dell’arte bolognese del 500 furono i Carracci. Furono proprio Ludovico, Annibale ed Agostino Carracci coloro che durante il 500 si occuparono di rinnovare profondamente il tema del sacro, accettando ed introducendo in esso i punti cardine della cultura della Controriforma. In questo modo la sacralità venne resa più accessibile a tutti, in quanto venne resa parte della vita quotidiana, delle abitudini della gente comune, piuttosto che rappresentarla attraverso un ideale di perfezione assoluta. La pittura bolognese del 500 fu quindi una pittura molto vicina alla popolazione, in quanto poneva particolare attenzione sulla quotidianità, sulla vita delle persone e sulla concretezza di essa. All’interno di questo innovativo pensiero si svilupparono due principali filoni, che caratterizzarono in modo differente la pittura: la corrente naturalista, che appunto poneva il centro della sua attenzione sulla quotidianità, la sincerità e la concretezza degli episodi abituali della vita di ognuno, alla quale appartenevano Ludovico Carracci ed Annibale Caracci all’inizio della sua carriera pittorica. L’altra corrente invece fu quella classicista, che si rifaceva molto alla pittura di Michelangelo e di Raffaello, ponendo l’accento sulla verosimiglianza delle azioni e delle espressioni rappresentate attraverso la pittura, alla quale apparteneva invece Annibale Carracci in una fase di pittura successiva e più matura.