Stuprata a 15 anni: per loro era un gioco
E’ successo a Marechiaro ad una ragazzina di quindici anni, che si è ritrovata accerchiata da un branco di ragazzini che credevano di stare facendo un gioco innocente.
La ragazza ha raccontato l’accaduto con freddezza e determinazione, che una volta aver visto il ragazzo che amava, abbandonarla nella mani degli amici ha capito quello che le sarebbe successo. Con altrettanto gelo ha detto loro “fate presto e lasciatemi andare via”. Un continuo toccare e spogliare, senza ritegno e con la convinzione che la ragazza si stesse divertendo e che, in fondo, lo volesse e desiderasse.
Una trappola ben architettata dal “fidanzatino” e dai sui amici di sedici anni. Tre ragazzi che hanno abusato di lei come se si trattasse di un oggetto, abbandonata a pochi passi dal mare senza nemmeno più il costume. Una storia che si preferirebbe fosse inventata, vista la crudeltà e la modalità.
Subito dopo la violenza la ragazza era come impietrita e senza forze. Ma è il giorno dopo che ha deciso di non farla passare liscia a nessuno, cercando le foto sul social Facebook, fino a quando non li ha trovati. La denuncia e il continuo combattere con la presa in giro e tutte le persone intorno a lei che hanno sempre fatto finta di non sapere nulla, di non conoscerli.
Durante le indagini i ragazzi sono stati addirittura trattati come divi, come eroi, come non dovrebbe mai succedere. Frasi e foto postate, con frasi che han sempre lasciato poco all’immaginazione, dando quasi la colpa alla ragazzina per essersi concessa.
Adesso questi tre eroi sono in comunità, essendo minorenni e all’arresto hanno pianto. I genitori difendono loro e la ragazza ha paura di ripercussioni a seguito della denuncia.
Questo è il mondo moderno, che vede chi stupra come la vittima e chi viene stuprata come il carnefice.